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Tumore al pancreas: nuove linee guida grazie a uno studio finanziato da pazienti

30 maggio 2025
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Lo studio italiano CASSANDRA di fase 3, randomizzato, multicentrico, appena presentato al Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), a Chicago, e totalmente finanziato da associazioni di pazienti, ha coinvolto 17 ospedali in Italia, focalizzandosi sul trattamento preoperatorio dei pazienti con tumore del pancreas non metastatico, e ottenendo un miglioramento dei risultati rispetto all’attuale standard terapeutico.

Il professor Michele Reni, primario delle Unità Operative di Oncologia e Day Hospital Oncologico, direttore del programma strategico di coordinamento clinico del Pancreas Center all'IRCCS Ospedale San Raffaele, associato di Oncologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, ideatore e coordinatore dello studio, ha appena presentato al Congresso annuale dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), il più importante congresso mondiale dedicato all’oncologia, a Chicago, i risultati del Progetto CASSANDRA.

Lo studio, nato con l’obbiettivo di migliorare i risultati terapeutici nei pazienti candidati all’asportazione chirurgica di un adenocarcinoma duttale del pancreas, ha confrontato l’efficacia di due schemi chemioterapici somministrati prima dell’intervento. I dati ottenuti hanno evidenziato che i pazienti trattati con PAXG, una combinazione di farmaci chemioterapici creata al San Raffaele nel 2012 e autorizzata da AIFA nel gennaio 2020 per l’uso nei pazienti con tumore del pancreas metastatico o avanzato, hanno registrato una sopravvivenza – libera da eventi sfavorevoli - superiore rispetto a quelli sottoposti a mFOLFIRINOX, opzione terapeutica standard.

L’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC)

Il tipo più comune di tumore maligno del pancreas è l’adenocarcinoma duttale (PDAC) che rappresenta il 95% di tutte le neoplasie pancreatiche maligne. Ogni anno costituisce circa il 3% dei nuovi casi di cancro, è la terza principale causa di morte oncologica e presenta il peggior tasso di sopravvivenza a 5 anni tra i tumori solidi. La malattia ha origine dalle cellule esocrine della ghiandola pancreatica, responsabili della produzione degli enzimi digestivi, che crescono in modo incontrollato diffondendosi rapidamente ad altri organi formando metastasi. Viene spesso diagnosticata in fase avanzata e solo il 10-20% dei pazienti è candidabile alla chirurgia. Tuttavia, in oltre il 90% dei pazienti con malattia apparentemente localizzata al pancreas, sono presenti metastasi microscopiche, non documentabili con gli strumenti diagnostici esistenti. Da questo la necessità di intervenire attraverso la chemioterapia peri-operatoria che permette di ottenere più spesso la guarigione e di prolungare la vita dei pazienti rispetto alla chemioterapia post-operatoria, il cui impiego è tra l’altro ostacolato dal lento e difficile recupero delle condizioni cliniche dopo un intervento molto impegnativo.  

Lo studio – Il Progetto CASSANDRA

 «Lo studio CASSANDRA nasce dalla necessità di migliorare la prognosi dei pazienti senza peggiorare la loro qualità di vita rispetto all’attuale standard»

afferma il professor Michele Reni  

Lo studio ha voluto indagare la superiorità del regime PAXG rispetto a mFOLFIRINOX, per 4 o 6 mesi prima dell’intervento di chirurgia.  

Durante la ricerca condotta da 17 ospedali italiani, e coordinata dall’IRCCS Ospedale San Raffaele, sono stati arruolati 260 pazienti, divisi casualmente in due gruppi: 132 hanno ricevuto la chemioterapia PAXG, mentre 128 hanno ricevuto mFOLFIRINOX.  

I risultati raccolti hanno dimostrato che la sopravvivenza senza eventi sfavorevoli (progressione, recidiva, inoperabilità, aumento progressivo dei marcatori, riscontro di metastasi durante l’intervento, decesso) è stata significativamente più lunga nei pazienti trattati con PAXG rispetto a quelli che hanno ricevuto mFOLFIRINOX «Siamo di fronte a un passo storico nella lotta contro il tumore al pancreas - continua il professor Reni – per l’entità della differenza osservata rispetto a quello che, fino ad oggi, veniva considerato da molti lo schema terapeutico più efficace in questa malattia. Inoltre, tra i pazienti sottoposti a PAXG si è osservato un aumento significativo delle risposte patologiche, ovvero della quantità residua di tumore osservata dal patologo sui tessuti asportati dopo la terapia, delle risposte biochimiche e della probabilità di evitare che la malattia progredisca durante il trattamento chemioterapico» chiarisce il professor Reni.

«Questi risultati rafforzano il valore della ricerca clinica indipendente e dimostrano come strategie terapeutiche innovative possano migliorare concretamente la prospettiva di vita dei pazienti, aprendo la strada a un possibile aggiornamento delle linee guida per il trattamento di questa neoplasia»

afferma il  professor Massimo Falconi, primario dell'Unità di Chirurgia del Pancreas, direttore del Pancreas Translational & Clinical Research Center dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, Ordinario di Chirurgia all’Università Vita-Salute San Raffaele e co-responsabile scientifico dello studio.

Il ruolo fondamentale delle associazioni dei pazienti

Uno degli aspetti più straordinari dello studio CASSANDRA è quello di essere stato interamente finanziato da 5 associazioni di pazienti quali: My Everest, Codice Viola, Associazione per la vita, Natalucci e Oltre la Ricerca, dimostrando il ruolo cruciale che queste realtà, e gli stessi cittadini, possono avere nel progresso della ricerca scientifica.  

«Senza il loro supporto, questo studio non sarebbe stato possibile, a riprova di come la collaborazione tra comunità scientifica e società civile possa portare a risultati concreti nella lotta contro le malattie oncologiche – sottolinea il professor Reni - Siamo profondamente grati alle associazioni di pazienti che hanno creduto nelle nostre idee permettendoci di portare avanti questo lavoro. Il loro impegno e la loro fiducia sono stati un viatico determinante per compiere un passo avanti nella cura del tumore al pancreas, una patologia per la quale servono ancora molte risposte. Questo studio dimostra che la ricerca indipendente, sostenuta dalla collettività, può davvero fare la differenza».

Le prospettive future, il ruolo del Pancreas e del Comprehensive Cancer Center

L’attenzione di ASCO per i risultati dello studio CASSANDRA rappresenta un riconoscimento significativo del valore della ricerca italiana e dell’impatto che questa nuova strategia terapeutica potrebbe avere a livello internazionale. I dati presentati aprono nuove prospettive nel trattamento del tumore al pancreas, ponendo le basi per un possibile aggiornamento delle linee guida globali e per l’avvio di ulteriori studi clinici. 

In questo contesto, il Pancreas Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, che ha arruolato circa il 50% dei pazienti dello studio, conferma il suo ruolo di riferimento a livello nazionale e internazionale nella diagnosi e nel trattamento delle patologie pancreatiche, grazie a un modello integrato che coinvolge specialisti in oncologia, chirurgia, radiologia, gastroenterologia, radioterapia, anatomia patologica, medicina nucleare, nutrizione clinica, psicologia, diabetologia e ricerca traslazionale.  

Il Centro si configura come un polo di eccellenza e innovazione clinica integrandosi perfettamente con il Comprehensive Cancer Center del San Raffaele diretto dal professor Fabio Ciceri, primario dell’Unità di Ematologia Trapianto di midollo osseo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Ematologia all’Università Vita‐Salute San Raffaele, beneficiando della collaborazione multidisciplinare e delle risorse condivise, con l’obiettivo di sviluppare strategie terapeutiche sempre più efficaci e personalizzate al fine di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.

«Il benessere del paziente è il nostro obiettivo primario. Il Comprehensive Cancer Center dell’Ospedale San Raffaele nasce appunto per ottimizzare i processi di cura e di presa in carico del paziente oncologico, promuovendo sinergie tra tutte le nostre Eccellenze cliniche e scientifiche, tra cui il Pancreas Center. Attraverso l’integrazione tra clinica e ricerca traslazionale, mettiamo a disposizione cure innovative, sperimentali e personalizzate per essere al fianco dei pazienti in ogni fase del loro percorso» dichiara il professor Fabio Ciceri. 

Intanto la ricerca prosegue: i prossimi risultati potrebbero ulteriormente affinare l’approccio terapeutico. «Il nostro lavoro come Centro d’Eccellenza per il trattamento del tumore al pancreas non si ferma qui: saranno a breve disponibili i risultati dello studio CASSANDRA relativamente alla valutazione della durata ottimale della chemioterapia preoperatoria, se sia, cioè, preferibile somministrare tutti i 6 mesi di chemioterapia prima della chirurgia oppure 4 mesi prima e 2 dopo», concludono il professor Michele Reni e il professor Massimo Falconi. 

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